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venerdì 29 gennaio 2016

martedì 5 gennaio 2016

Carillon



Piccione

Sporchi, malandati, a volte fastidiosi i piccioni fanno parte dell'arredo urbano così come le strade, i palazzi e i monumenti. A loro, al loro tubare e ai loro bisogni sparsi un po' ovunque sul selciato viene dedicata questa filastrocca. Ecco qua:
C’era una volta un piccione, che si credeva come un leone,
pensava di essere potente e di far paura alla gente.

Non sapeva invece di essere odiato, deriso da tutti e disprezzato.
Viveva in questa convinzione fino a che cadde l’illusione.

Un bambino schifato scappò via temendo di contrarre una malattia
e la sua mamma prese un sasso e glielo lanciò con fare gradasso.
Il piccione non si era fatto male, ma la ferita era morale.
Disilluso lasciò la piazza e disse addio per sempre alla sua razza.
Trovò un ratto che sguazzava nella fogna: “che meraviglia, son sicuro mi verrà la rogna!”,
vide un serpente che strisciava nel canale: “che caldino qui c’è lo scarico fluviale!”,
infine sentì un piccolo randagio: “che goduria, nel pattume sto a mio agio!”.
Cosa capì allora il piccione? Che di pregiudizi ce ne sono un milione,
ma che un pennuto viene accettato, se si tiene pulito e curato,
se si comporta educatamente senza evacuare in testa alla gente.
Non occorre essere re della foresta, ma comportarsi con il sale sulla testa!